La letteratura nazista in America
La letteratura nazista in America
Год выхода 1996
Di tutti i libri di Bolaño, La letteratura nazista in America è certo il più intensamente, smodatamente, spudoratamente borgesiano – e anche wilcockiano, se si pensa alla Sinagoga degli iconoclasti. E insieme rappresenta, se così si può dire, la quintessenza della «bolañità». In apparenza, l'oggetto è sobrio e rassicurante: un panorama degli scrittori filonazisti, di ognuno dei quali si traccia il percorso biografico e si dà conto della produzione; si descrivono perfino alcune opere, nonché i rapporti intercorsi fra di loro, le riviste che li hanno ospitati, le case editrici che li hanno pubblicati, e alla fine del volume figurano un indice dei nomi e una bibliografia. Eppure, quasi subito, ci accorgiamo che qualcosa non funziona: non foss'altro perché almeno un paio risultano morti dopo il 2015. A poco a poco capiamo, in una sorta di vertigine, che nessuno di questi scrittori, poetesse, movimenti letterari, è mai esistito, e che Bolaño sta costruendo sotto i nostri occhi un inquietante universo parallelo: del tutto plausibile e del tutto immaginario. Ma non irreale. È allora che cominciamo a stare al gioco, e ad abbandonarci al flusso inarrestabile di quello che non è solo uno scoppiettante, geniale divertissement letterario, ma soprattutto un susseguirsi di storie aberranti e al contempo esilaranti, e una galleria di mostri, spesso tremendamente comici. Così, difficilmente ci dimenticheremo di Carlos Hevia (Montevideo, 1940-2006), autore, fra l'altro, del Premio di Giasone, «favola allegorica nella quale la vita sulla Terra sarebbe il risultato di un concorso televisivo intergalattico fallito», o di Jim O'Bannon (Macon, 1940-Los Angeles, 1996), il quale «conservò fino alla fine il disprezzo per gli ebrei e gli omosessuali; i negri cominciava pian piano ad accettarli quando lo raggiunse la morte».